Fatti per le imprese
Burocrazia, dal rapporto Cna proposte concrete per la politica

Nell’Osservatorio indicazioni per sburocratizzare installazione impianti, moda, transizione ecologica

Burocrazia, dal rapporto Cna proposte concrete per la politica

“In questa terza edizione dell’Osservatorio abbiamo voluto indagare gli ostacoli burocratici che le imprese dell’installazione di impianti e del settore moda incontrano nel loro percorso verso la transizione ecologica. Uno sforzo corale che ha visto il coinvolgimento di 200mila imprese, 900mila addetti, 51 CNA territoriali e 24 distretti moda. La capillarità dell’indagine ci ha permesso di elaborare diverse proposte facilmente attuabili, nella consapevolezza che semplificando e snellendo i procedimenti il legislatore stesso possa avere maggior consapevolezza e conoscenza delle imprese, in modo da poter disegnare leggi e incentivi tagliati su misura e che servono concretamente alle imprese”.

Così è stato presentato da Cna l’Osservatorio della Burocrazia giunto alla sua terza edizione dal responsabile del dipartimento Relazioni istituzionali e affari legislativi Cna, Marco Capozi e dalla responsabile del dipartimento Politiche ambientali Cna, Barbara Gatto.

“Dall’indagine emerge chiaramente che la sburocratizzazione rappresenta un tassello importante per la transizione green. Dalla fase di produzione a quella della gestione degli scarti le imprese incontrano costantemente ostacoli burocratici che allontanano le imprese dal percorso virtuoso verso la transizione green a discapito dell’ambiente”.

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QUESTE LE PROPOSTE DI CNA PER QUANTO RIGUARDA L’ATTIVITA’ DI INSTALLAZIONE DI IMPIANTI

  1. Adeguamento dell’intervallo temporale tra i corsi di aggiornamento alle norme tecniche (che vengono modificate con cadenza quadriennale/quinquennale).
  2. Uniformare la scadenza degli attestati, che differisce a livello regionale, poiché non è chiaro con quale frequenza triennale vadano effettuati gli aggiornamenti.
  3. Unificare i catasti informatici con un’unica piattaforma nazionale.
  4. Prevedere un glossario nazionale per le attività ispettive utile a rendere univoche le interpretazioni normative sul territorio.
  5. Creare un organismo di controllo regionale unico ed un sistema unico di acquisto bollini per i contributi relative alle ispezioni sugli impianti.
  6. Predisporre una piattaforma nazionale per l’invio della dichiarazione di conformità.
  7. Rivedere complessivamente la disciplina dei RAEE ed in particolare intervenire
    con una completa revisione del DM 65/2010.
  8. Unificare la documentazione relativa alla gestione rifiuti e alla gestione dei RAEE attualmente caratterizzata da modulistica ed adempimenti diversi che generano confusione negli operatori.
  9. Eliminare la doppia iscrizione all’Albo gestori ambientali e prevedere una categoria semplificata di iscrizione per il trasporto dalla sede del cliente alla sede dell’azienda.
  10. Rendere operativa la disposizione volta ad agevolare il trasporto di piccole quantità di rifiuti attraverso la sola compilazione del documento di trasporto (DDT) al posto del formulario.
  11. Istituire una cabina di regia dedicata al coordinamento delle attività di ispezione e di controllo.

QUESTE LE PROPOSTE DI CNA PER QUANTO RIGUARDA L’ATTIVITA’ DI INSTALLAZIONE DELLA MODA

  1. Prevedere la riduzione dei tempi delle istruttorie autorizzative e semplificazione della documentazione da allegare all’istanza.
  2. Prevedere una piattaforma unica regionale per la gestione totale del procedimento in AUA dall’inserimento dell’istanza da parte delle imprese fino al rilascio dell’autorizzazione prevedendo anche l’interoperabilità con tutti gli enti coinvolti.
  3. Semplificare e razionalizzare la disciplina del sottoprodotto, come avviene per le biomasse residuali. Vi è l’opportunità di prevedere percorsi semplificati per alcune tipologie di scarti del settore tessile e calzaturiero facilmente classificabili come sottoprodotto.
  4. Favorire un meccanismo che faciliti ai produttori di rifiuto nella classificazione attraverso l’utilizzo di informazioni a sua disposizione evitando così il proliferare di richieste di analisi per la classificazione del rifiuto laddove non richieste.
  5. Favorire un’interpretazione e applicazione uniforme della norma da parte degli organi di controllo, attraverso l’adozione di linee guida nazionali.
  6. La semplificazione dei tempi e procedure con chiarezza anche dei soggetti coinvolti (provincia regione ecc) relativamente alle procedure autorizzatorie per l’avvio di piccoli impianti di recupero.
  7. Emanare un Decreto specifico su End of waste tessile e della lavorazione delle pelli.

QUESTE LE PROPOSTE DI CNA PER QUANTO RIGUARDA L’ATTIVITA’ DI TRANSIZIONE BUROCRATICA ED ECOLOGICA

  1. Favorire iniziative di simbiosi industriale in grado di coinvolgere anche le imprese più piccole, al fine di favorire concretamente la valorizzazione degli scarti di produzione come risorse lungo tutta la filiera.
  2. Indirizzare in maniera efficace le risorse a disposizione al fine di sostenere gli investimenti delle imprese.
  3. Favorire campagne di sensibilizzazione e informazione sui temi dell’economia circolare, anche attraverso l’apporto delle associazioni di categoria, destinate alle imprese e ai consumatori.
  4. Favorire lo sviluppo di una dotazione impiantistica per il settore, favorendo così una migliore gestione e riducendone i costi.
  5. Individuare misure e strumenti in grado di valorizzare il mercato delle materie prime seconde per il settore.